Gli Stati Uniti sono la più grande potenza economica mondiale. Secondo gli analisti di Morningstar la crescita del Pil è in ripresa. Il mercato immobiliare, catalizzatore iniziale della crisi, è ancora estremamente debole. I prezzi delle case hanno smesso di scendere rapidamente, ma le vendite e le costruzioni sono ancora deboli. Gli interventi governativi nel mercato, sotto forma di sussidi per l'acquisto di case, e la rimodulazione dei mutui non sembrano aver stimolato una ripresa sostenibile della domanda del mercato privato.
Sul fronte domestico, gli elementi di maggior rilievo sono state le ultime dichiarazioni della Federal Reserve che, a sorpresa, ha annunciato di voler proseguire con la politica dei tassi “quasi a zero”, almeno fino alla seconda metà del 2014. Gli operatori si aspettavano un cambio di politica monetaria a partire da giugno 2013.
La dinamica delle spese dei privati rappresentano un elemento critico per capire lo stato di salute degli Stati Uniti Nel 2011 questo indicatore è migliorato del 2,2% dopo il +2% fatto segnare nel 2010. Il problema è che i miglioramenti non derivano dall’aumento degli stipendi, ma dalla riduzione dei risparmi. Nonostante il mercato del lavoro resti uno dei problemi principali, non mancano i motivi per essere ottimisti. Per la prima volta da quando la recessione è finita si sta notando una diminuzione costante delle richieste di sussidi di disoccupazione. In questa situazione, con il tempo, dovrebbero arrivare buste paga più pesanti.
Infine, le vie più promettenti per la crescita delle vendite tra le grandi multinazionali americane vengono dall'espansione internazionale, soprattutto perchè molti mercati emergenti continuano a crescere. Il dollaro debole ha aiutato la redditività di certe aziende, ma potrebbe anche comportare prezzi più alti per le commodity, danneggiando altri settori e, allo stesso tempo, il consumatore finale.
L’indice
L'Msci Usa Index include approssimativamente l'85% della capitalizzazione di mercato totale corretta per il flottante della Borsa statunitense. Dato che le aziende con pochi azionisti hanno un flottante limitato, gli aggiustamenti di quest’ultimo servono ad assicurare che la liquidità sottostante dei titoli sia superiore rispetto a una ponderazione basata sulla pura capitalizzazione di mercato. L'Msci utilizza uno schema di selezione che si basa su regole trasparenti per le revisioni trimestrali di inclusione nell'indice. Il ribilanciamento avviene due volte all'anno e ci sono delle zone cuscinetto per minimizzare il turnover. È ben equilibrato per settore e i tre che pesano di più sono l'Information Technology (19%), i finanziari (16%) e il farmaceutico (12%).
Come il più noto S&P 500, il paniere comprende un insieme diversificato di società statunitensi ad alta e media capitalizzazione, di differenti settori. Infatti, i due indici hanno una correlazione quasi perfetta negli ultimi dieci anni. Con una deviazione standard media negli ultimi cinque anni del 18%, l'Msci Usa e lo S&P 500 sono ugualmente volatili. Con circa 600 componenti, l'Msci Usa è più esposto alle aziende a media capitalizzazione rispetto all’S&P 500.
Db x-trackers Msci Usa
L'Etf db x-trackers Msci Usa utilizza la metodologia sintetica per replicare la performance dell’indice. La controparte swap è Deutsche Bank. Invece di detenere i titoli effettivi dell'indice, come in un Etf a replica fisica, il fondo stipula un contratto con un emittente che consegna il rendimento sull'indice (meno una commissione) in cambio del rendimento del paniere collaterale del fondo. Il collaterale a garanzia dello swap è detenuto dal depositario State Street che monitora l'esposizione della controparte per ogni replicante db x-trackers. Il paniere collaterale consiste in azioni di blue chip europee, americane e asiatiche. Qualora la controparte fosse inadempiente c'è il rischio che il liquidatore o l'amministratore blocchi il paniere collaterale, costringendo i detentori del fondo ad aspettare la restituzione dei propri asset. I livelli del collaterale sono inizialmente fissati al 105-120% del Nav del fondo, uno dei livelli più alti nel settore dei fondi di investimento. La normativa Ucits stabilisce che la singola esposizione non possa rappresentare più del 10% del Nav, ma il fondo in realtà mantiene un livello pari a zero per effetto della sovracollateralizzazione. L’Etf db x-trackers non ricorre al prestito di titoli e non distribuisce dividendi agli investitori.
Il fondo ha un Ter dello 0,34%, più alto di quello della gran parte dei fondi concorrenti.
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Lyxor Etf Msci Usa
Anche l’Etf di Lyxor utilizza il modello swap-based per replicare la performance dell'indice Msci Usa. Il fondo possiede un paniere sostitutivo di titoli che in questo caso è composto da azioni europee. Lyxor stipula quindi uno swap con il quale scambia la performance del paniere con il ritorno del benchmark. La maggior parte delle volte la controparte swap è Société Générale, capogruppo di Lyxor. Comunque, nei casi in cui Lyxor sceglie una controparte terza, Société Générale garantisce lo swap, fornendo un ulteriore livello di protezione per gli investitori. Per i replicanti sintetici, la Ucits impone che l'esposizione verso ogni singola controparte debba essere limitata al 10% del valore patrimoniale netto del fondo (Nav), ma Lyxor in genere resetta lo swap, quando l'esposizione del comparto raggiunge un livello che rappresenta il 5-7% del Nav del fondo. Lyxor non si impegna in operazioni di prestito titoli. L'Etf distribuisce dividendi annualmente. Durante il periodo tra il momento in cui il fondo riceve dividendi e la data in cui li distribuisce può determinarsi il fenomeno di drag cash, con conseguente aumento del tracking error.
L’Etf ha un Total expense ratio dello 0,35%, superiore alla maggior parte dei fondi concorrenti.
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Amundi Etf Msci Usa
L'Amundi Etf Msci Usa è un replicante sintetico. Il fondo possiede un basket di titoli (azioni europee blue-chip), di cui, come parte del contratto di swap, Amundi scambia la performance per il rendimento del benchmark, al netto delle commissioni. La controparte swap è Crédit Agricole, che funge anche da custode. La normativa Ucits stabilisce che l’esposizione (e quindi la perdita potenziale massima) verso ogni singola controparte non possa superare il 10% del valore patrimoniale netto del fondo. Tuttavia, Amundi resetta il basket sostitutivo del fondo, quando l'esposizione alla controparte raggiunge il 4-5% del Nav, o comunque almeno tre volte al mese. A differenza di molti altri fornitori di Etf swap-based che resettano lo swap a zero, Amundi in genere aggiusta il livello di controparte al 2-3% quando resetta il contratto swap. Il replicante non pratica il prestito di titoli e non distribuisce dividendi agli investitori.
Il Ter è pari allo 0,28%, inferiore rispetto alla maggior parte dei fondi concorrenti.
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