Le condizioni per la ripresa di un comparto anticiclico come quello tecnologico ci sono tutte: recessione attesa in Europa, crescita modesta negli Stati Uniti, andamento stabile della Cina. E in questa situazione il settore hi-tech mostra di non voler deludere. L’indice Msci del segmento nell’ultimo mese (fino al 13 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato il 2,5%, azzerando di fatto il -2,3% fatto segnare nel corso del 2011.
L’effetto Facebook
Ad attirare maggiore attenzione sulla tecnologia è stato anche l’annuncio della quotazione di Facebook prevista per maggio. Il social network punta a raccogliere 5 miliardi di dollari, una cifra che potrebbe facilmente salire e raggiungere i 10 miliardi di dollari, per una valutazione della società di 75-100 miliardi di dollari. L’Initial public offering del sito di social network potrebbe essere la maggiore della storia fra le società web.
La documentazione presentata alla Sec (la Consob americana) ha permesso per la prima volta di avere una fotografia precisa dei conti di Facebook. Nel 2011 il sito di social network ha realizzato 3,71 miliardi di dollari di ricavi contro gli 1,97 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile netto è stato pari a 668 milioni di dollari, il 79,5% in più rispetto al 2010. I dati, peraltro, mostrano che la crescita di Facebook è più lenta di quella delle altre società Internet che si sono quotate di recente. I ricavi di Groupon sono aumentati del 695% nei nove mesi che si sono chiusi a settembre 2011. Quelli di Zynga sono saliti del 106% nello stesso periodo.
Ma al di là di una crescita lenta, Facebook - a differenza delle altre società Internet che si sono quotate negli ultimi mesi - è redditizia, con i giochi online che insieme alla pubblicità sono il motore dei ricavi: nel 2010 i ritorni da advertising rappresentavano il 95% delle entrate totali di Facebook. Nel 2011 la quota è scesa all'85%.
A caccia di rendimenti
Ma prescindere dal debutto del re dei social network, il 2012 promette di essere un anno interessante per il comparto tecnologico. “Società come Intel e Microsoft hanno forti flussi di cassa che gli derivano dalla loro posizione di monopolio di fatto”, spiega uno studio firmato da Walter Price, gestore di un fondo tecnologico di Allianz Investors. “A metà dell’anno scorso, inoltre, molte aziende hanno iniziato ad aumentare i dividendi. Questo, unito alle basse valutazioni dei titoli, ha portato verso il comparto un nuovo gruppo di investitori che cercavano rendimenti in crescita”.
A fare la differenza, comunque, anche in uno scenario macroeconomico difficile, sarà la capacità di innovare, come ha dimostrato Apple. La casa di Cupertino, nonostante una congiuntura mondiale difficile, grazie all’iPhone e all’iPad è riuscita a segnare risultati record. E non solo sui libri contabili. Nei giorni scorsi il titolo della mela ha sfondato, per la prima volta nella sua storia, il muro dei 500 dollari ad azione. A spingere le quotazioni sono stati i conti del primo trimestre, diffusi il 24 gennaio, superiori alle attese degli analisti e pari ad un utile netto di 13,06 miliardi di dollari su ricavi di 46,33 miliardi. Dal giorno della diffusione della trimestrale, Apple ha messo a segno 11 rialzi su 14 sedute di Borsa.
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