Credito, l’outlook di Morningstar

Pubblichiamo le previsioni trimestrali degli analisti sul settore creditizio: con la crisi europea che si sgonfia, gli spread aziendali diminuiscono.

Dave Sekera 05/04/2012 | 09:29
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Lo scorso ottobre, avevamo evidenziato come gli spread aziendali fossero a buon mercato da un punto di vista fondamentale e il mercato delle obbligazioni societarie è infatti cresciuto in modo significativo da allora. Ci aspettiamo che gli spread aziendali continuino a diminuire, anche perchè il rischio sitemico a breve termine europeo è sceso in modo sostanziale.

Torna la calma in Europa, per ora
La paura legata al rischio sistemico all'interno del sistema finanziario europeo è stata alleviata da quella che è sostanzialmente una ristrutturazione del debito da parte della Grecia. Anche se alcuni possessori di obbligazioni greche di diritto estero hanno cercato di far saltare l’accordo, non sono stati in grado di bloccare lo scambio di debito greco esistente per nuove obbligazioni con un rimborso inferiore e con scadenze più lunghe. La Grecia ha implementato delle clausole di azione collettiva che aveva incorporato nelle sue obbligazioni, obbligando la International Swaps and Derivatives Association a dichiarare che un evento creditizio si era verificato, ma l’asta del 19 marzo riguardante la vendita di Credit default swap sulla Grecia si è svolta in modo regolare e non ha portato a interruzioni sui mercati obbligazionari.

Inoltre, alla fine di febbraio, la Banca centrale europea ha effettuato la seconda fase della suo operazione di rifinanziamente a lungo termine, in cui presta denaro alle banche per tre anni ad un tasso dell’1%. Finora, la Bce ha prestato circa mille miliardi di euro. Mentre l’effetto a lungo termine di questa operazione è sconosciuto, nel breve termine ha alleviato i problemi di liquidità tra le banche europee.

Dato che il rischio di rifinanziamento a breve termine è diminuito, gli spread creditizi delle banche europee si sono ristretti. Non a caso, dopo l’iniezione di liquidità da parte della Bce, i tassi di interesse dei titoli di Stato delle nazioni periferiche europee sono diminuiti in modo sostanziale. Ad esempio, dalla prima ondata di liquidità dello scorso dicembre, in Italia i rendimenti sui titoli di Stato a 10 anni sono scesi sotto il 5% dal 7%. Mentre la liquidità a breve termine non risolverà i problemi di solvibilità a lungo termine, essa ha fornito ai politici più tempo per affrontare i problemi strutturali e le preoccupazioni di solvibilità sulle banche europee.

Con il default della Grecia scongiurato e la liquidità della Bce a sostegno delle banche europee, a breve termine il rischio sistemico proveniente dall’Europa è diminuito in modo sostanziale. Nel corso del prossimo trimestre, dato che gli investitori si concentreranno sull’analisi specifica dell’emittente piuttosto che sul rischio sistemico, pensiamo che gli spread di credito aziendali potrebbero restringersi di altri 30 punti base, portando il mercato indietro sui livelli di aprile 2011. In generale, pensiamo che le società siano sane e le nostre prospettive per il rischio di credito sono positive.

Il ruolo degli emergenti
Nel lungo periodo, però, gli investitori dovranno valutare quanto un potenziale rallentamento nella crescita dei mercati emergenti impatterà sui mercati sviluppati. Ad esempio, la Cina ha recentemente ridotto i propri obiettivi di crescita del Pil di 50 punti base al 7,5% e ha riportato a febbraio un deficit commerciale sorprendente. Le esportazioni cinesi, soprattutto in Europa, sono diminuite in modo significativo. Inoltre, il Brasile ha inaspettatamente  abbassato i tassi di interesse a breve termine di 75 punti base al 9,75% e ha riferito che nel quarto trimestre 2011 la crescita del Pil è stata dell’1,4%, decisamente inferiore rispetto ai mesi precendeti. Anche il rischio politico potrebbe risollevare la testa se le elezioni francesi di maggio alterassero le relazioni franco-tedesche; in pratica, se il presidente Nicolas Sarkozy dovesse perdere. Questi sono tutti fattori importanti da considerare quando si prendono decisioni di investimento nel settore a reddito fisso.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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