Il Giappone rappresenta quasi il 9% del Pil globale ed è una delle economie più importanti e più sviluppate al mondo. Il popolo giapponese non è abituato a piangersi addosso, nonostante le dure prove a cui è stato sottoposto, e la sua storia lo dimostra. Subito dopo il terribile tsunami dell’11 marzo scorso, è stato capace di ricostruire in soli sei giorni un’intera autostrada sventrata dal sisma. Così, non stupisce più di tanto il fatto che l’indice Msci del Sol levante (calcolato in euro) negli ultimi 12 mesi abbia guadagnato l’1,2%, mentre da inizio anno (fino al 9 maggio) ha segnato +3,2%.
Flessibilità e dinamismo. Sono questi, secondo gli operatori, i due elementi che hanno permesso al Giappone di rialzarsi dopo il terremoto che poco più di un anno fa ha causato complessivamente una perdita economica superiore a 200 miliardi di dollari (la catastrofe naturale più costosa della storia). Per quanto riguarda il fronte macro secondo Standard&Poor’s, nel 2012 il Pil del Giappone dovrebbe crescere del 2%, dopo la contrazione dello 0,9% in seguito al disastro dell’anno scorso, che ha portato il Giappone a registrare il suo primo deficit della bilancia commerciale in 31 anni. Per S&P, sia gli investimenti nel settore privato che in quello pubblico cresceranno.
Ciò nonostante, i problemi non mancano. Negli ultimi due decenni, il debito pubblico del Giappone è salito alle stelle superando il 200% del Prodoto interno lordo. Con il 20% della popolazione di età superiore ai 65 anni, la spesa per il welfare ha dato un contributo significativo a questo deficit, ma anche la prolungata debolezza della crescita economica non ha aiutato. Per diminuire il deficit, Tokyo sta considerando un aumento significativo delle imposte sui consumi, attualmente tra le più basse dei paesi Ocse al 5%. La proposta prevede di arrivare all'8% nel 2014 e al 10% nel 2015.
Detto questo, il problema principale per l’economia giapponese resta l’apprezzamento dello yen. Negli ultimi cinque anni, la valuta giapponese è salita dell’8,2% su base annua rispetto al dollaro. Per i grandi esportatori, l’ascesa dello yen è stato un peso enorme sulla loro capacità di rimanere competitivi all’estero. Nel tentativo di affrontare questo problema, la Banca del Giappone (BoJ) ha rafforzato il suo programma di acquisto di titoli per 10 mila miliardi di yen.
L’indice
Il benchmark Msci Japan rappresenta l’85% della capitalizzazione di mercato azionario giapponese. L’indice è composto da titoli delle quattro maggiori Borse giapponesi: Tokyo Stock Exchange, Osaka Stock Exchange, JASDAQ e Nagoya Stock Exchange. Attualmente, l’indice conta 317 componenti. I titoli principali sono Toyota (5,1%), Mitsubishi Tokyo (2,8%), Honda (2,7%) e Canon (2,4%). A causa delle caratteristiche dei titoli, l'indice è relativamente neutrale dal punto di vista settoriale e di stile, con i maggiori comparti che sono beni industriali (20,8%), beni di consumo (20,0%), finanziari (17,75%), e tecnologici (12,6%).
Negli ultimi dieci anni, l’indice ha registrato un tasso di correlazione con l’Msci World del 67% e con lo Euro Stoxx Europe 600 del 62%.
CS ETF (IE) on MSCI Japan
Questo Etf utilizza la replica fisica per tracciare il benchmark. Il comparto possiede quindi tutti i 317 titoli facenti parte dell’indice. Credit Suisse può effettuare anche attività di prestito titoli per generare ricavi aggiuntivi. Tuttavia, ancora non è successo per questo fondo. In ogni caso, qualora venisse deciso, Credit Suisse esige che la controparte abbia un rating creditizio pari ad almeno A2 (S&P). Di norma, il fondo non può investire più del 20% del Nav in un singolo emittente, anche se in condizioni eccezionali il massimo sale al 35%. Il replicante è disponibile in due distinte denominazioni di valuta: euro e yen giapponesi.
L’indicatore Ter (Total expense ratio) è pari allo 0,48%, in linea con la media dei concorrenti.
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db x-trackers MSCI Japan TRN Index ETF
Il fondo utilizza la metodologia sintetica per replicare la performance dell’indice. La controparte swap è Deutsche Bank. Invece di detenere i titoli effettivi dell'indice, come in un Etf a replica fisica, il fondo stipula un contratto con un emittente che consegna il rendimento sull'indice (meno una commissione) in cambio del rendimento del paniere collaterale del fondo. Il paniere collaterale consiste in azioni di blue chip europee, americane e asiatiche. Il collaterale a garanzia dello swap è detenuto dal depositario State Street Bank Luxemburg che monitora l'esposizione della controparte; inoltre, il paniere viene rivisto giornalmente da State Street Global Advisors. Qualora la controparte fosse inadempiente c'è il rischio che il liquidatore o l'amministratore blocchi il paniere collaterale, costringendo i detentori del fondo ad aspettare la restituzione dei propri asset. I livelli del collaterale sono inizialmente fissati al 107,5-120% del Nav del fondo. Il fondo è disponibile in cinque diverse valute: euro, dollaro Usa, sterlina inglese, yen giapponesi, e corona svedese.
Le commisioni totali (Ter) sono pari allo 0,50%.
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iShares MSCI Japan
Il fondo utilizza una tecnica di campionamento ottimizzato per replicare la performance del benchmark, il che consiste nell’acquisto di un insieme di titoli scelti in modo da creare un portafoglio sufficientemente simile a quello del benchmark, ma con un numero di componenti inferiore, in modo da ottimizzare i costi di transazione. In determinate circostanze il fondo può anche utilizzare strumenti derivati per raggiungere i suoi obiettivi. Blackrock, società controllante di iShares, gestisce il processo di prestito titoli. Il fondo condivide il 60% dei redditi generati attraverso il prestito di titoli con gli aderenti al fondo. Questa pratica comporta un rischio di controparte dato che il soggetto al quale i titoli vengono dati in prestito potrebbe fallire. Per minimizzarlo, l’emittente è tenuto a possedere un collaterale a garanzia con valore compreso tra il 102,5% e il 112% del prestito.
La liquidità derivante dai dividendi delle azioni sottostanti viene trattenuta nel fondo fino al momento della distribuzione, che avviene su base trimestrale. Questa pratica può potenzialmente creare una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista. Vale però anche il contrario.
Il Ter è pari allo 0,59%, leggermente sopra la media di categoria.
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UBS MSCI Japan ETF
Questo replicante utilizza la replica fisica classica per tracciare l’indice. Si compone quindi degli stessi titoli e della stessa ponderazione del benchmark. Il fondo può prestare fino al 50% del proprio patrimonio al fine di generare ricavi e anche per minimizzare il tracking error. Questa pratica presenta un rischio di controparte. Per minimizzare questo rischio, UBS limita le operazioni di prestito titoli a controparti predefinite e detiene un collaterale di garanzia in un conto terzo detenuto da State Street Bank, e ribilancia il valore del paniere collaterale giornalmente. L’attività di prestito titoli è gestita da UBS e da terze parti come Euroclear o Clearstream. L’Etf distribuisce dividendi due volte l’anno. Questo potrebbere determinare il “cash drag”, ovvero una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista. Vale però anche il contrario.
Il Ter è pari allo 0,55%.
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Alternative
Altri Etf (non ancora coperti dalla ricerca Morningstar), disponibili in Italia, che sono esposi alla Borsa giapponese sono Amundi Etf Msci Japan e Lyxor Etf Japan (Topix).
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