Il mattone si fa bello. Ma nessuno ci casca

I segnali di miglioramento che arrivano dal real estate, dicono gli operatori, dureranno poco. La situazione globale è ancora fragile.

Marco Caprotti 23/05/2012 | 15:56
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In un momento in cui le Borse mondiali tornano a scricchiolare, il mattone mostra una tenuta insospettabile. Soprattutto per un asset di investimento che, dallo scoppio della crisi dei suprime nel 2007, è stato guardato con sospetto nei momenti di tempesta dei mercati. Tuttavia, avvertono gli operatori, è ancora presto per dire che l’immobiliare sia tornato ad essere la forma di investimento migliore che ci sia. I segnali positivi, tuttavia, non mancano. L’indice Msci del comparto real estate nell’ultimo mese (fino al 22 maggio e calcolato in euro) ha perso lo 0,85%, anche se la performance da inizio anno è positiva per il 9,9%. Negli stessi periodi il paniere World ha, rispettivamente, perso il 2,7% e guadagnato il 4,4%.

Più vendite in Usa
Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti ad aprile hanno registrato un rialzo del 3,4%, a 4,62 milioni di unità. Il dato è superiore alle attese (+3,1%) ed è sui massimi dal maggio 2010. A marzo, le vendite di case esistenti erano calate del 2,8%, dato rivisto rispetto a -2,6% precedente. Il prezzo medio delle abitazioni, ha comunicato intanto la National Association of Realtors, il mese scorso è stato pari a 177.400 dollari (+10,1% rispetto ad un anno prima e sui massimi da gennaio 2006). Buoni anche i dati sulle vendite di case nuove che sono cresciute del 3,3%.

A questa situazione hanno contribuito la diminuzione della disoccupazione, la maggiore fiducia delle famiglie, i prezzi abbordabili e i tassi di interesse ai minimi storici. I problemi però non mancano, tanto che gli analisti si chiedono quanto siano sostenibili questi segnali di ripresa, soprattutto in un momento in cui la ripresa economica globale (e quindi anche quella americana) vengono minacciate dalla crisi del debito europeo. Il sistema bancario, infatti, concede mutui con il contagocce e potrebbe chiudere del tutto i rubinetti nel momento in cui la situazione congiunturale globale dovesse peggiorare.

Ripresa Uk sostenibile?
Buone notizie, intanto, sono arrivate dal mercato inglese (che di solito anticipa le tendenze di quello del resto del Vecchio continente di circa un anno). Pure in questo caso, però, gli operatori avvertono che non è il caso di farci l’abitudine. Secondo i dati elaborati dalla società di ricerca Hometrack ad aprile i prezzi sono saliti dello 0,1% rispetto a marzo, mostrando il secondo mese consecutivo di progressi. Il mercato immobiliare inglese, tuttavia, ha beneficiato dell’onda lunga degli incentivi all’acquisto scaduti a fine marzo.

I problemi a questo punto sono due. Il primo è legato all’eccesso di offerta e alla poca domanda, il cui combinato porterà, secondo Hometrack a un nuovo indebolimento dei prezzi. Il secondo elemento è legato al ritorno in zona di recessione dell’economia britannica che, unito all’aumento dei prezzi energetici, dissuaderà le famiglie dal fare investimenti immobiliari.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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