Il rischio di controparte, che tanta notorietà ha assunto con la crisi, ha messo in ombra un altro rischio, proprio di tutti gli strumenti finanziari, quello “di investimento”. Il principio base è sempre lo stesso: la probabilità di perdere i soldi. Nessuno in pratica può sfuggire.
Per Scott Burns, direttore della ricerca su Etf, alternativi e fondi chiusi di Morningstar, evitare i replicanti sintetici (che utilizzano i derivati) o quelli che fanno il prestito titoli, per non assumere il rischio di controparte, non è una buona strategia di investimento. E’ necessario essere consapevoli della sua esistenza e della contropartita, ossia la possibilità di avere una replica più fedele.
“Il tracking error, ossia lo scostamento dall’indice di riferimento, è un costo per gli investitori in Exchange traded fund e quindi un rischio”, dice Burns. In particolare, è un rischio proprio dell’investimento, quello di non ottenere indietro almeno quanto si è versato.
Cosa succede in caso di default
Nella mente di molti investitori è radicata la convinzione che si perda tutto se la controparte dello swap di un Etf sintetico fallisce. “Questo non è vero”, dice Burns, “in quanto vi è un collaterale a garanzia”. La direttiva Ucits sugli organismi di investimento collettivo del risparmio, alla quale sono sottoposti gli Etf, in quanto fondi, prevede specifici requisiti per i panieri posti a copertura di un contratto derivato. Per questo motivo, in caso di default il sottoscrittore non perde tutto, ma ottiene il collaterale. Di qui l’importanza di conoscere da cosa è composto. Oggi, gran parte degli emittenti pubblicano questa informazione sul loro sito ed è quindi accessibile a tutti.
Su questo fronte, però, è possibile fare di più, per aiutare gli investitori a comprendere la tipologia di titoli in portafoglio. La valutazione qualitativa è un compito arduo. Strumenti che andavano bene prima del fallimento di Lehman Brothers o della crisi del debito europeo, oggi non vanno più. L’Esma, l’autorità europea di vigilanza sui mercati, dovrebbe pubblicare a breve le linee guida in materia. In fase di consultazione si è molto dibattuto su quanto il collaterale debba essere correlato con l’indice sottostante. Secondo gli analisti di Morningstar, ciò ha il vantaggio di creare un collegamento tra l’andamento del basket e del benchmark. D’altra parte, però, titoli differenti potrebbero assicurare un maggior valore di liquidazione in caso di default. Al di là delle diverse posizioni, è importante che il paniere sia liquido e di qualità.
Inserire il rischio di controparte nella più ampia casistica dei “rischi” è utile per attribuirgli il giusto peso nelle decisioni di investimento, senza farsi condizionare dai sensazionalismi.
Per leggere la ricerca Morningstar sugli Etf sintetici, clicca qui.
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