La tecnologia continua a navigare senza grossi sbalzi nel mare della crisi. L’indice Msci del settore nell’ultimo mese (fino al 15 giugno e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,3%, portando a +12% la performance da inizio anno e confermando la sua fama di asset anticiclico.
Merito, spiegano gli operatori, soprattutto delle valutazioni che, in molti casi rendono i titoli dell’hi-tech delle buone opportunità di acquisto. “I prezzi delle aziende di questo segmento, nonostante i rimbalzi fatti vedere ultimamente, sono ancora bassi, sia in relazione agli utili che ai fatturati attesi”, spiega una nota firmata da Shannon Zimmerman, analista di Morningstar. “La forza di questo comparto è stata confermata anche dalla recente quotazione di Facebook: nonostante l’Ipo non sia andata bene, il settore ha tenuto”.
Non solo valutazioni
Ma i titoli tecnologici in questo periodo hanno potuto contare anche su altri punti di forza. “Le società più innovative in questo momento sono particolarmente ricercate da chi va a caccia di aziende con i bilanci sani e con una redditività superiore, ad esempio, a quella media che si registra fra i gruppi quotati sull’S&P500”, continua l’analista di Morningstar. Detto questo, va comunque precisato che non tutte le azioni del comparto sono in grado di generare rendimento. “Alla luce del periodo difficile che stanno attraversando i mercati e della sensibilità dei portafogli alla forte volatilità che si sta registrando in questi mesi bisogna fare attenzione alle aziende tecnologiche che si vogliono mettere nel carniere”, dice ancora il report. “Un elemento in più che deve essere considerato, soprattutto in un segmento ad alto tasso di innovazione dove un prodotto azzeccato può fare la differenza, è quello del vantaggio competitivo come quello che hanno saputo creare società come Apple, Google e Ibm”, spiega Zimmerman.
La diversificazione vince
Un buon sistema per puntare sul settore senza esserne eccessivamente sbilanciati, secondo l’analista è quello di avere fra gli strumenti dei fondi ben esposti al paniere S&P500 (siano essi Etf o fondi tradizionali). “I nomi dell’hi-tech rappresentano circa il 20% delle società che formano questo indice”, conclude l’analista. “In tutti i casi si tratta di aziende con buoni bilanci e che, negli anni, sono state in grado di diventare leader nelle proprie nicchie di riferimento. La presenza dell’intero benchmark consente di avere una adeguata diversificazione e di poter sfruttare l’attesa ripresa degli Stati Uniti”.
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