I baby boomer, spesso accusati di “aver rubato il futuro alle generazioni successive”, risparmiano per sostenere i figli, che faticano a trovare lavoro, sono precari e non riescono a mettere da parte molti soldi. A dirlo è l’Indagine sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani - 2012, realizzata dal Centro Einaudi e da Intesa Sanpaolo, sulla base di un sondaggio Doxa, effettuato tra gennaio e febbraio intervistando un migliaio di capifamiglia, correntisti bancari e/o postali.
Shopping? No grazie
Lo studio, che quest’anno ha dedicato la parte monografica ai nati tra il 1951 e il 1976, fa un ritratto dei baby boomer che si discosta dagli stereotipi. Non spendaccioni e amanti dello shopping, ma impegnati nel lavoro, i figli e la casa. Hanno in media 1,7 fonti di reddito, derivanti in particolare dal lavoro a tempo pieno. Il 15,4% ha redditi anche da investimenti. E' una generazione che sente la crisi. L’1% ha perso il lavoro negli ultimi dodici mesi, il 28% ha rinviato l’acquisto della casa e il 22% sta cercando un’attività sostitutiva o integrativa.
Si sgretola l’immagine della “vita spensierata e al di sopra delle proprie possibilità”. Per quasi il 30% dei baby boomer, il risparmio “è un lusso che non ci si può permettere”. Chi lo fa è convinto di doverlo ai figli, quasi come un risarcimento per il pesante fardello di debito, lasciato in eredità.
Il portafoglio è vuoto
Più in generale, l’indagine rivela che i risparmiatori toccano il minimo storico dal 1983 ad oggi: chi non riesce a mettere da parte nulla è il 61,3% del campione totale (non solo baby boomer), contro il 52,8% del 2011. La fascia più in difficoltà è quella dei ventenni. La crisi modifica anche l’atteggiamento verso gli investimenti. Il principale obiettivo è la sicurezza, accompagnata da un rendimento immediato, mentre diventa trascurabile la crescita del capitale nel medio-lungo termine. Il risultato è un basso numero di investitori in azioni, il 12,5% contro il 32% di dieci anni fa.
Nell’anno dello spread scende la percentuale di coloro che considerano le obbligazioni un investimento sicuro, anche se i bond rimangono il principale asset in portafoglio e quello che dà più soddisfazioni. Diminuiscono gli italiani che si affidano al risparmio gestito, ma chi lo fa è spinto dalla volontà di ricorrere a esperti e ridurre il rischio. Il motivo principale per cui non si ricorre a loro è la mancanza di risorse sufficienti, ma c’è anche il timore di brutte sorprese. Molte famiglie adottano una tattica attendista e lasciano i soldi sul conto corrente (il 15% ha tutto il patrimonio liquido, contro il 9% del 2011).
Costruire il futuro
Come ha commentato Andrea Beltratti, presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, dal rapporto emerge una difficoltà degli italiani a guardare al futuro e non potrebbe essere diversamente nell’anno delle tre grandi delusioni: l’economia che non riparte, la crisi dei redditi, la riduzione del valore dei portafogli finanziari. Ma l’indagine rivela anche la voglia di riscatto, con un maggior controllo delle spese e la ricerca di nuove entrate. I baby boomer sono l’emblema del cambiamento. Venute meno le aspettative di generazione di consumisti, si confrontano con una realtà che chiede sacrifici e un debito che schiaccia i figli (32 mila euro per ogni nuovo nato), ai quali ora si senton in dovere di dare una prospettiva futura.
Per un approfondimento sul risparmio in Italia clicca qui
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.