Mentre Londra festeggia le Olimpiadi, la City se ne infischia. Il disinteresse degli operatori di Borsa per l’avvenimento sportivo, peraltro, non è una novità ed è già stato registrato, ad esempio, anche in occasione dei giochi in Australia, in Grecia e in Cina.
“Spesso gli investitori si aspettano che le Olimpiadi generino un maggior effetto sul mercato del paese ospitante, o anche a livello globale. Analizzando i nostri indici, tuttavia, noi non vediamo alcuna relazione significativa e persistente in tal senso”, spiega un report di Stephen Wood, responsabile della strategia di mercato di Russell Investments che ha preso in considerazione le performance della Borsa del paese ospitante le Olimpiadi durante il mese precedente, nel corso dei Giochi e nel periodo successivo e le ha messe a confronto con gli indici Russell Global e Russell 3000. Successivamente ai giochi del 2000, l’Australia ha segnato ritorni leggermente migliori rispetto alle borse mondiali. Secondo Wood, “questo risultato è però da attribuirsi principalmente al sottopeso relativo dell’Australia nel settore tecnologico all’inizio dello scoppio della bolla di Internet”. Nel 2004 la Grecia ha incassato una performance positiva, inferiore però a quella registrato nel resto d’Europa nel medesimo periodo. L’andamento negativo della Cina dopo le Olimpiadi del 2008 può essere legata agli effetti iniziali della crisi e al suo impatto sull’economia globale.
Concentrarsi sui fondamentali
“Questi dati confermano che gli elementi trainanti delle Borse restano i fondamentali economici e quelli di mercato e le ultime tre edizioni delle Olimpiadi non fanno eccezione”, dice Wood. “Questo è ancor più valido a livello globale se consideriamo che la capitalizzazione di Australia, Cina e Grecia rappresentava una quota relativamente ridotta dell’indice Russell Global e quindi l’impatto dei Giochi sulla performance del mercato azionario nel suo complesso è stato alquanto contenuto. Nella pianificazione della propria strategia di investimento, è meglio concentrarsi su fattori fondamentali piuttosto che su situazioni estemporanee come le Olimpiadi”.
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