Per i fondi azionari, luglio è stato un altro mese da dimenticare. Secondo le ultime statistiche sull’universo europeo, riportate nel Morningstar asset flow report, i deflussi netti sono stati di 5,3 miliardi euro, portando il saldo da inizio anno a -22,77 miliardi e quello degli ultimi dodici mesi a un rosso di quasi 90 miliardi. Con questi numeri è difficile dare torto a Bill Gross (Pimco), il più grande investitore al mondo in obbligazioni, quando dice che il “culto” delle azioni sta morendo. In effetti, sembra proprio che gli investitori non stiano fuggendo dal rischio, ma dalle Borse, nonostante il rally estivo (l’indice Msci globale ha guadagnato quasi il 7% in euro dall’inizio di giugno a fine luglio).
A caccia di bond
Nell’ultimo mese, l’appetito per il rischio è addirittura cresciuto, ma si è riversato sui mercati obbligazionari. In particolare, hanno fatto il pieno i fondi high yield in dollari (+2,13 miliardi) e quelli flessibili, che hanno in portafoglio bond emergenti e ad alto rendimento (+2,09 miliardi). Hanno registrato flussi netti superiori a 1,6 miliardi anche gli Euro corporate bond e gli High yield globali. Per contro, i riscatti hanno colpito i comparti specializzati sul reddito fisso a breve termine e i governativi, confermando un trend che dura dall’inizio del 2012.
Monetari in rosso
Nel complesso, i fondi a lungo termine (tipologia che comprende azionari, obbligazionari, bilanciati, immobiliari e altre categorie minori) hanno registrato un saldo positivo pari a 16,15 miliardi di euro a luglio, portando il dato complessivo del 2012 a 70,52 miliardi. Prosegue, invece, il periodo negativo per i monetari, con deflussi per oltre 10 miliardi (erano stati 19 a giugno).
“Il 5 luglio, la Banca centrale europea ha abbassato i tassi, portando quello per le operazioni di riferimento allo 0,75% e azzerando quello sui depositi”, spiega Ali Masarwah del Morningstar European research team. “Questo fa sì che i rendimenti dei fondi monetari siano negativi non solo in termini reali, ma anche nominali, dal momento che le commissioni sono, in media, dello 0,4%. Molte società di gestione, come Jp Morgan, BlackRock e Hsbc hanno chiuso i comparti in euro a nuove sottoscrizioni per evitare che i rendimenti siano diluiti. Per questa ragione, i flussi sono andati sostanzialmente in un’unica direzione, quella delle fuoriuscite”.
In luce i flessibili
Tra le categorie che si confermano in salute ci sono i bilanciati. A luglio, i flussi netti sono stati pari a 2,5 miliardi (+13,56 miliardi da inizio anno). In particolare, si sono distinti i flessibili e quelli specializzati sui mercati emergenti. Il principale beneficiario è Carmignac, seguito da Schroders e M&G. Tra i più colpiti dai riscatti, figurano i comparti di allocation di Azimut, Fideuram ed Eurizon Capital.
Il primato di Pimco
In assoluto, la casa di investimento al top per le vendite in Europa è stata Pimco, grazie soprattutto ai comparti Pimco Gis Total return bond e Global Investment grade credit. I maggiori deflussi netti sono stati, invece, registrati da Jp Morgan, ma tra i più grandi fondi per patrimonio il più colpito è stato Templeton global bond, che ha registrato il mese più nero da dicembre 2011, nonostante i rendimenti siano migliorati dopo la sottoperformance dell’anno scorso e, in misura minore, del 2010. Il fondo, con rating Silver, sta perdendo asset da agosto 2011, dopo le sottoscrizioni record del 2010 e parte del 2011. Per gli analisti è un chiaro esempio di errore nel market timing. Morningstar ha, infatti, calcolato che il rendimento dell’investitore (investor return, che tiene conto dei flussi di investimento) è sensibilmente inferiore alla performance totale realizzata dal fondo.
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