Ad agosto, i mercati finanziari dell’Italia e della Spagna hanno fattore registrare temperature elevate. Le statistiche di Morningstar a livello europeo mostrano che i replicanti specializzati in questi due paesi hanno messo a segno rialzi intorno al 10% e ancora meglio hanno fatto gli Etf che investono nel settore bancario dell’Eurozona con incrementi di circa il 15%.
“Gli acquisti sono stati determinati dalle attese di ulteriori manovre monetarie da parte della Banca centrale europea e di un atteggiamento più aggressivo per stimolare l’economia”, spiega Lee Davidson, analista sugli Etf di Morningstar. Le banche sono state tra le maggiori beneficiare di questo trend, ma anche le Borse di Milano e Madrid ne hanno risentito positivamente, essendo il cuore della crisi del debito sovrano. Le azioni intraprese dalla Bce per porre un tetto allo spread (il differenziale rispetto ai Bund tedeschi considerti sicuri) sono positive per le aziende perché potranno accedere ai finanziamenti a un costo più basso.
Oro e argento scottano
La minore avversione al rischio che ha dato slancio all’Europa periferica non ha comunque fatto perdere brillantezza ai metalli preziosi. La ragione è da ricercare anche in questo caso nelle politiche monetarie. Le speculazioni su ulteriori provvedimenti espansivi sulle due sponde dell’oceano ha portato gli investitori verso i porti sicuri dell’oro e dell’argento. Gli Etp (Exchange traded product) specializzati sui due metalli hanno registrato un rendimento mensile tra l’8 e il 13%. “In passato, l’oro e l’argento si sono dimostrati una protezione dall’inflazione”, spiega Davidson, “perché sono correlati positivamente con il caro-vita. Di conseguenza, se verranno intrapresi ulteriori piani di stimolo, l’ascesa potrebbe continuare”.
Rendimenti e flussi non vanno a braccetto
Sul fronte opposto, le peggiori performance sono state registrate dai replicanti sul gas naturale, con ribassi tra il 15 e il 19% in agosto, a causa dell’aumento delle scorte negli Stati Uniti. Le nuove tecnologie permettono di immagazzinarlo in modo meno costoso e più efficiente. Inoltre, la scoperta di vaste riserve di gas naturale di scisto ha spinto le compagnie energetiche a espandere la produzione. Negli Stati Uniti, attualmente questa tipologia rappresenta circa il 25% del totale, mentre un decennio fa era lo 0% ed entro il 2035 diventerà il 50%. “L’incremento della disponibilità nel mese scorso è solo una di una lunga serie di sorprese sul fronte dell’offerta, mentre su quello della domanda non ci sono novità”, dice l’analista di Morningstar. Gli investitori, però, continuano ad essere attratti dagli Etp su questa commodity. Secondo le statistiche di Etf Securities, infatti, nel secondo trimestre 2012 sono affluiti 205 milioni di dollari (per approfondimenti, clicca qui) .
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