Ora i mercati provano a recuperare qualche sicurezza. A New York Wall Street ha aperto in rialzo, dopo l’aumento inferiore alle attese del deficit commerciale di luglio. Riflettori, comunque, puntati sulla Federal Reserve che giovedì potrebbe lanciare un nuovo piano di stimolo all’economia e su Apple, che presenterà domani il nuovo iPhone.
Nel frattempo tornano a farsi vedere le agenzie di rating. Moody’s ha annunciato che il rating tripla A degli Stati Uniti potrebbe essere rivisto al ribasso in assenza di un accordo per la riduzione del rapporto debito-Pil dopo le elezioni presidenziali. Il giudizio potrebbe scendere a Aa1 qualora non si raggiungesse un accordo per evitare il fiscal cliff (il baratro fiscale conseguente alla fine degli sgravi promossi nell’era Bush) e il conseguente taglio automatico delle spese che secondo la maggior parte degli economisti farebbe scendere l’economia del paese in una severa recessione all’inizio del 2013. In Borsa, fra i titoli più scambiati ci sono i tecnologici e i bancari.
L’Europa si riprende
Nel Vecchio continente, chiusura con il segno più per le principali Borse europee. Gli investitori hanno continuato a seguire con attenzione quello che succede in Spagna e in Germania e che potrebbe mettere in pericolo il piano anti-spread ideato dalla Bce. Il governo iberico ha detto di non essere disposto ad accettare diktat esterni per la diminuzione del debito che dovrebbe portare all’acquisto di Bonos da parte dell’istituto centrale. I tedeschi, invece, hanno messo in discussione il piano salva stati che dovrebbe aiutare la Bce nel suo compito. Per domani è attesa la decisione della Corte costituzionale di Karlsruhe sulla partecipazione (con 500 miliardi di euro) della Germania al fondo. Oggi, intanto, lo stesso tribunale ha respinto la richiesta del deputato bavarese Peter Gauweiler contro il piano di acquisti di bond pubblici previsto dalla Banca centrale europea.
A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato +0,84% e il Ftse Italia All Share 0,74%, è stata una giornata positiva per le banche. Debole, invece, il lusso che ha risentito dell’allarme profitti lanciato da Burberry e che ha condizionato il comparto a livello europeo.
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