Se c’è una luce in fondo al tunnel della crisi europea, allora anche l’Est della regione può seguirne la traccia. Sempre che riesca a dimostrare agli investitori internazionali di essere in grado di portare avanti riforme politiche ed economiche che assicurino una maggiore trasparenza.
Il piano antispread elaborato dalla Bce (acquisto dei bond dei paesi in difficoltà) potrebbe dare una grossa mano al Vecchio continente per risolvere i suoi problemi di debito. In questo caso potrebbe tornare un po’ di appetito per il rischio e ad approfittarne potrebbero essere i mercati emergenti dell’area che, rispetto a quelli più sviluppati (e agli Stati Uniti) hanno migliori possibilità di crescita. Secondo uno studio di US Global Investors, ad esempio, Russia e Turchia quest’anno dovrebbero registrare un aumento del Pil di circa il 4%, mentre la Polonia potrebbe avere un miglioramento compreso fra il 2% e il 3%.
Nonostante queste prospettive l’indice Msci dell’Est Europa nell’ultimo mese (fino all’11 settembre e calcolato in euro) ha guadagnato solo lo 0,7% (la performance da inizio anno, tuttavia, resta un solido +16% circa). Colpa delle incertezze – soprattutto di tipo politico – che continuano a caratterizzare la regione e che sono state ben evidenziate dal caso delle Pussy Raiot, il gruppo punk antigovernativo che ha visto incarcerate tre sue componenti che avevano protestato contro il presidente Vladimir Putin dopo un processo che da molti osservatori internazionali è stato considerato una farsa. Tutto questo ha riportato d’attualità il caso di Mikhail Khodorkovsky, l’ex oligarca e numero uno del gruppo energetico russo Yukos, imprigionato dopo una sentenza che la Corte europea per i diritti dell’uomo ha definito “illegale e con motivazioni differenti da quelle espresse”.
Lo sconto è punk
Tutti elementi che stanno pesando anche sulla percezione che gli investitori hanno degli asset della Russia. “Attualmente, il mercato russo è a sconto di quasi il 50% rispetto agli altri mercati Bric, pur presentando uno dei migliori quadri macroeconomici ed essendo effettivamente nella posizione di trarre beneficio dai prezzi elevati delle materie prime”, spiega uno studio firmato da Marcus Svedberg, capo economista di East Capital. “Il divario nelle valutazioni dovrebbe diminuire nel tempo in concomitanza con l’attuazione delle riforme nel paese. L’adesione al Wto (World trade organization, l’organizzazione mondiale del commercio, Ndr) e la privatizzazione sono forse le novità più evidenti che contribuiranno a rivalutare il mercato. E se la Russia risolvesse il caso Pussy Riot in modo corretto e trasparente e decidesse per il rilascio di Khodorkovsky dal carcere, il mercato probabilmente si rivaluterebbe molto, perché sarebbe il segnale che la Russia è pronta ad apportare miglioramenti al proprio stato di diritto”.
Alcuni si attendevano che il presidente Putin avrebbe preso più seriamente le preoccupazioni dell’opposizione espresse prima e durante l’ultima campagna elettorale che ha visto la sua rielezione alla guida del paese e che l’ex agente del Kgb avrebbe accelerato le riforme. “Chi si aspettava che Putin si trasformasse in un riformatore liberale è rimasto deluso”, continua Svendberg. “Ma le riforme ci saranno, come del resto l’adesione al Wto, la regolamentazione dei mercati finanziari, le privatizzazioni e la normativa sui bilanci. Si può sostenere che l’amministrazione sta perseguendo una strategia di parziali cambiamenti”.
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