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A Piazza Affari il toro non fa rumore

In estate, il listino milanese ha corso più degli altri. Può ancora fare strada se si riduce il rischio politico.

Sara Silano 13/09/2012 | 16:35
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Il rally estivo di Piazza Affari non ha uguali. Dal 5 giugno, l’indice Ftse Mib ha guadagno oltre il 26% contro il 17% dell’indice Msci Europa (al 12 settembre). Il recupero è stato trainato dai settori bancario e assicurativo, che sono stati i più penalizzati dall’inizio dell’anno perché considerati una proxy del rischio sovrano a causa della struttura degli asset e dall’impatto della svalutazione dei titoli di stato su utili, patrimonio e solvibilità.

Quale premio per il rischio
La risalita è stata silenziosa e ha anticipato le decisioni della Banca centrale europea a sostegno dell’euro e dei paesi in difficoltà, specie a partire dalla quarta settimana di luglio. “A giugno era molto rischioso accumulare posizioni sul mercato azionario”, si legge in un report di Icbpi, “ma il livello attraente delle valutazioni apriva ad opportunità di rimbalzo. In questo momento, con la discesa del risk free rate (il tasso delle attività considerate prive di rischio, ossia dei titoli di stato), i listini sono tornati ad esprimere valutazioni e premi per il rischio più coerenti con l’andamento storico”.

Le incognite
La maggior spina nel fianco dell’Italia rimane la congiuntura. I principali uffici statistici parlano di un ribasso del Prodotto interno lordo (Pil) compreso tra il 2,2 e il 2,5% nel 2012 (per approfondimenti, clicca qui. Le manovre di austerità imposte dall’Unione europea, l’elevata pressione fiscale e i tagli alla spesa pubblica, insieme all’alto tasso di disoccupazione e alla minore capacità di spesa delle famiglie, rappresentano i principali ostacoli alla ripresa.

C’è poi l’incognita politica del dopo-Monti, che riguarda sia la capacità di proseguire sulla strada del rigore sia la possibilità che si formi una solida maggioranza, che dia stabilità all’azione governativa.

Ostacoli all’ascesa delle azioni
Il rally è dunque alle spalle? Rispetto a tre mesi fa, le valutazioni sono meno attraenti, per effetto del rialzo dei prezzi durante l’estate. Inoltre, un settore importante come quello bancario (pesa per più del 20% sul paniere del Ftse Mib) ha registrato un recupero dettato dall’attenuazione della tensione nell’Eurozona più che da un miglioramento del quadro fondamentale (il rischio-Italia rimane elevato, i tassi molto bassi e la qualità del credito è in deterioramento). È positivo, però, osservano i gestori, che la maggior parte delle banche abbia affrontato il problema patrimoniale, attraverso le ricapitalizzazioni. Infine, in termini di valutazioni, il mercato sembra essersi spinto ben oltre il necessario, incorporando lo scenario peggiore. Ci sono, quindi, ulteriori spazi di crescita a patto che i rischi congiunturale e politico si attenuino.

Risparmiatori lontani
In termini di flussi di investimento nei fondi azionari Italia, il 2012 mostra un saldo complessivo negativo (-96 milioni di euro al 31 luglio 2012). Secondo le statistiche Morningstar, gli unici due mesi positivi sono stati gennaio e giugno, grazie in particolare agli investitori istituzionali, mentre i risparmiatori rimangono lontani da Piazza Affari.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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