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Tre sono le cose che dice la Fed

Il nuovo piano di stimolo all'economia preparato dalla Banca centrale Usa si discosta dai precedenti per quanto riguarda la lunghezza, l'enfasi sull'occupazione e la questione dell'inflazione. 

Marco Caprotti 14/09/2012 | 13:40
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La Federal Reserve cambia strategia. Con il nuovo piano di stimolo all’economia, dicono gli operatori, la Banca centrale americana si prepara a una battaglia di lungo periodo contro gli elementi che non permettono alla locomotiva Usa di ripartire. Una nuova tattica da parte dell’istituto monetario che aveva sempre lasciato intendere di aver chiuso il capitolo dei supporti alla congiuntura con la fine dei piani Quantitative easing (in gergo QE) 1 e 2.

Al termine del consiglio direttivo di ieri, la banca guidata da Ben Bernanke ha annunciato che continuerà l’operazione Twist e lascerà i tassi di interesse su livelli eccezionalmente bassi fino ad almeno la metà del 2015, termine spostato più avanti rispetto alla scadenza precedente (fine 2014). “Per sostenere una ripresa economica più vigorosa e aiutare ad assicurare che l’inflazione, nel corso del tempo, si stabilizzi a un livello più coerente con il suo duplice mandato, il Comitato ha deciso di aumentare la sua politica accomodante mediante ulteriori acquisti di cartolarizzazioni di mutui al ritmo di 40 miliardi di dollari al mese”, spiega un comunicato della banca centrale Usa. La Fed proseguirà inoltre fine a fine anno l’operazione Twist, cioè l’allungamento della vita media del debito, e continuerà a reinvestire il maturato sui debiti in scadenza. “Queste azioni, che insieme aumentano gli asset a lungo termine posseduti di circa 85 miliardi al mese fino a fine anno, dovrebbero esercitare pressione al ribasso sui tassi di interesse a lungo periodo, fornire sostegno al mercato dei mutui e, più in generale, rendere più accomodanti le condizioni dei mercati finanziari”.

La fine non è nota
Nel complesso le nuove mosse della Fed evidenziano tre grandi differenze rispetto agli interventi precedenti. “La prima difformità è che il nuovo piano non ha un termine definito per l’elemento più importante”, spiega Jeremy Glaser, analista di Morningstar. “Ci saranno ulteriori cartolarizzazioni di mutui per 40 miliardi  al mese che continueranno fino a quando le condizioni economiche non si saranno stabilizzate. In questo caso è importante anche il messaggio che si legge fra le righe. E, cioè, che la Fed continuerà ad intervenire fino a quando la situazione non sarà risolta. A questo punto sarà interessante vedere se la gente crederà alla Banca centrale e se questa sarà in grado di mantenere la promessa a prescindere da quello che succederà”.

La seconda differenza riguarda l’attenzione particolare che viene data al mercato del lavoro. “La Fed ha un duplice mandato”, continua Glaser. “Deve tenere sotto controllo l’inflazione ma deve anche garantire una crescita in cui ci sia la piena occupazione. E certamente questo è il punto sul quale l’istituto si sta concentrando adesso. Con la cartolarizzazione di mutui e tenendo i tassi di interesse bassi Bernanke cerca di dare una spinta al comparto immobiliare, cioè quello che assorbe la maggior parte della manodopera”.

Il terzo elemento di differenza rispetto ai piani precedenti è il fatto che non viene tenuta in nessuna considerazione la possibilità di una crescita dell’inflazione. “Questo è forse l’elemento più delicato di tutto il progetto”, dice l’analista di Morningstar. “Ammesso che la nuova strategia sia in grado di fare crescere l’occupazione e l’economia, sarà interessante vedere come la Banca centrale si ritirerà per evitare una crescita esagerata dei prezzi al consumo senza però danneggiare la ripresa economica. E’ una delle preoccupazioni maggiori degli investitori, ma siamo sicuri che la Fed stia già studiando un modo per agire senza eccessivi scossoni”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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