Le dispute territoriali tornano a condizionare i listini in Asia. L’indice della regione ha chiuso in calo dello 0,1%. A pesare sulle contrattazioni sono state le preoccupazioni degli investitori per le ripercussioni che possono causare le recenti tensioni tra Cina e Giappone a causa di isole Senkaku-Diaoyu contese da entrambi i paesi. A Tokyo l’indice Nikkei ha finito in calo dello 0,39%, mentre il più generale Topix ha concluso la seduta con un progresso dello 0,20%. La gravità della vicenda è emersa quando Toyota, Honda e Nissan, i tre principali costruttori di automobili giapponesi, hanno fermato (chi parzialmente, chi completamente) la produzione degli impianti in Cina a causa dell’escalation di tensione tra i due paesi.
Europa negativa
In attesa dell’indice tedesco Zew sulla situazione economica corrente e di quello sulle aspettative, le Borse europee aprono in negativo dopo la battuta d’arresto di ieri e pagano anche le tensioni politiche tra Cina e Giappone. Ma sotto i riflettori oggi ci sarà la nuova asta di obbligazioni governative spagnole che, se non andasse bene, potrebbe spingere Madrid a cercare aiuto in Europa per salvarsi dal default. Pesano anche i dati del comparto auto. Le vendite di veicoli nuovi nel Vecchio continente (Ue27+Efta), secondo l’Associazione dei costruttori sono scese a luglio del 7,5% rispetto a un anno prima e dell’8,5% in agosto. Negli otto mesi il bilancio è pari a un calo del 6,6%.
Il gruppo Fiat ha segnato una flessione delle vendite nell’area del 16,4% a luglio e ha ora una quota di mercato del 6,5% (da 7,2% un anno fa) e del 17,7% in agosto con una quota al 5,2% (da 5,8%). Negli otto mesi le vendite del Lingotto sono diminuite del 16,6% con una quota al 6,5% (da 7,3%). Dal fronte macro oggi sono attesi anche i dati sull’inflazione in Inghilterra.
Negli Stati Uniti, dove ieri Wall Street ha chiuso con il segno meno, oggi saranno comunicati i numeri relativi all’indice sulla fiducia dei costruttori edili.
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