I fondi pensione rialzano la testa

Nonostante le turbolenze dei mercati, la previdenza complementare registra nel primo semestre buoni risultati. Resta il nodo adesioni.

Valerio Baselli 18/09/2012 | 16:14
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Dopo un 2011 molto difficile, i fondi pensione rialzano la testa. Il settore della previdenza complementare, recentemente al centro delle polemiche in seguito alla nuova disciplina sugli investimenti (per approfondire, clicca qui), regala qualche sorriso ai propri iscritti.

Infatti, secondo i dati della Covip, Commissione di vigilanza sui fondi pensione, tutte le categorie hanno raggiunto una performance media positiva nel primo semestre 2012: i fondi pensione aperti hanno guadagnato in media del 3,6%, i comparti negozioli il 3,1% e le gestioni separate individuali unit linked hanno segnato un progresso medio del 2,8%.

In ordine sparso
Tuttavia, occorre notare come le linee abbiano avuto dei comportamenti molto diversi. Così, si passa dal +4,5% medio delle linee azionarie pure dei fondi aperti, all’1,2% delle linee obbligazionarie pure dei negoziali. In generale, si può affermare che i comparti azionari abbiano tutti segnato i migliori risultati, seguiti dai bilanciati e infine dai comparti a reddito fisso. A livello semestrale, comunque, le performance medie di tutte le categorie sono superiori alla rivalutazione del Tfr, pari all’1,8%.

Guardare sempre il lungo periodo
Quando si parla di fondi pensione, e ancora di più quando si parla di performance di fondi pensioni, occorre sempre sottolineare l’importanza di pensare nel lungo periodo. Un investimento previdenziale dovrebbe durare circa 25-30 anni. I primi sei mesi del 2012 sono andati piuttosto bene, ma l’anno scorso sono stati davvero pochi i fondi che hanno battuto il Tfr. Al contrario, i due anni precedenti erano andati bene. Il 2008, dal canto suo, fu disastroso. Per questo, nella scelta di un fondo pensione, come per qualsiasi strumento d’investimento, occorre pensare all’orizzonte temporale e al grado di rischio che si può sopportare.

Non si scioglie il nodo adesioni
Il principale problema della previdenza complementare in Italia resta il basso tasso d’adesione. Seconso i dati Covip, al 30 giugno 2012 si contano 5,7 milioni di lavoratori iscritti a una qualche forma di previdenza integrativa, il 2,9% in più rispetto ai 5,53 milioni di fine 2011. Un numero ancora insufficiente, se si conta che ad oggi circa tre lavoratori su quattro non hanno nessuna forma di previdenza complementare.

 

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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