Le Borse asiatiche hanno chiuso in ribasso con l’indice Msci Asia Pacifico che ha registrato -1,3%. Ad appesantire i listini è stata la combinazione di più fattori: da una parte le fisiologiche prese di profitto, dopo i forti rialzi avutisi in seguito alla decisione della Bank of Japan di adottare misure di stimolo alla crescita (guadagni che avevano portato l’indice della regione ai massimi da maggio scorso), dall’altra il calo dell’export giapponese nel mese di settembre, che ha fatto scattare le vendite su tutte quelle società particolarmente orientate verso i mercati esteri. A questo, poi, si è aggiunto il report preliminare sull’attività manifatturiera in Cina, secondo il quale anche nel mese di settembre la produzione industriale è destinata a rimanere debole. Il Nikkei 225 ha chiuso a -1,57%, mentre il più generale Topix ha segnato -1,44%. Male anche la Borsa di Shanghai (-1,6%) e Hong Kong (-0,8%).
Attesa per l'asta spagnola
Apertura negativa per le Borse del Vecchio continente. Le perdite registrate sui listini asiatici penalizzano in avvio anche le Piazze europee. A Milano partono male i bancari, con Banca Mps e Banco Popolare in testa. In difficoltà anche Fiat e Pirelli. Positive le utility Enel, Enel Green Power e Telecom Italia. C’è apprensione, intanto, per l’esito dell’asta dei titoli di stato spagnoli. Madrid dovrà rifinanziare un debito di circa 4,5 miliardi di euro e quello di oggi sarà un vero banco di prova per testare la capacità della Spagna di finanziarsi sul mercato. Dagli Usa, dove ieri l’S&P500 ha registrato +0,12%, sono attesi nel pomeriggio i dati relativi alle nuove richieste per i sussidi di disoccupazione e quelli riguardanti l’indice Philadelphia Fed, che fotografa l’andamento dell’economia nella regione.
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