L’Anasf si prepara a scendere sul campo di battaglia

Da incubo a realtà, l’obbligo di iscrizione dei promotori all’albo degli agenti in attività finanziaria.

Azzurra Zaglio 20/09/2012 | 12:52
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Il Governo fa arrabbiare l'Anasf. L’Associazione nazionale dei promotori finanziari non approva la decisione del Consiglio dei Ministri sull’obbligatorietà dell’iscrizione dei promotori nell’elenco degli agenti in attività finanziaria (OAM). Secondo il D.Lgs n. 141/10, d’ora in poi, promuovere e collocare contratti per la concessione di finanziamenti o servizi di pagamento con operazioni slegate dalla sottoscrizione di investimenti in strumenti finanziari da parte del cliente, fa scattare l’obbligo di iscrizione all’OAM. Ossia per un promotore che vuole rimanere esente dal nuovo albo, via libera solo al collocamento di finanziamenti e servizi finalizzati a far sottoscrivere investimenti in strumenti finanziari.

Per l’Anasf l’iscrizione all’Oam rappresenta l’ennesima duplicazione di vigilanza e oneri a carico dei promotori finanziari, i quali dovranno sostenere nuovi costi per il contributo di iscrizione e di vigilanza, il pagamento delle tasse dovute, oltre a obblighi relativi alla formazione su questi strumenti. Se non ritenuti sufficienti i requisiti professionali, il promotore finanziario dovrà frequentare un corso di formazione e sostenere l’apposita prova d’esame. Inoltre, il decreto così corretto prevede l’obbligo di stipula di una polizza di assicurazione della responsabilità civile per i danni arrecati nell’esercizio della propria attività. Anche sul fronte previdenza non mancano le novità: obbligo di contribuzione previdenziale previsti per i soggetti riportati all’articolo 1742 del codice civile (gli agenti in attività finanziaria). In altre parole, insiste l’Anasf, nuovi oneri per l’intera categoria dei promotori finanziari.

Il trascorso
La diatriba non è nuova. Tutto ebbe inizio nell’ottobre del 2011, quando l’Anasf rispose all’interrogazione del Ministero dell’economia, sottolineando come la norma di un eventuale incremento al nuovo albo potesse dare luogo a trattamenti doppiamente onerosi per i promotori. L’Associazione ha poi mandato ulteriori approfondimenti per garantire la tutela dei suoi iscritti e a luglio di quest’anno, ha presentato alle Commissioni parlamentari incaricate le proprie richieste emendative. Il Parlamento si era espresso positivamente. Quindi, “chiediamo di sapere perché le indicazioni di Camera e Senato sono state disattese e sulla base di quali valutazioni è stata redatta in ultima istanza una norma così sfavorevole per la nostra categoria”, dice Maurizio Bufi che precisa che i promotori finanziari sono, fin dalla loro istituzione nel 1991, adeguatamente regolamentati dalla legge istitutva delle Sim e sufficientemente vigilati dalla Consob.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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