Tutto indica scarsa crescita economica. E le Borse si preoccupano. Wall Street ha avviato la seduta di contrattazioni in ribasso, dopo che una serie di cattive notizie arrivate dall’Europa, dalla Cina e dal Giappone ha spaventato gli investitori. Cattive notizie sono arrivate anche dal fronte dell’occupazione, con le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione che sono calate di 3mila unità nella settimana terminata il 15 settembre, ma meno delle aspettative degli analisti. A limitare in parte i timori, comunque, è stata soprattutto un’asta di bond spagnoli andata bene. A New York le vendite stanno interessando soprattutto i titoli delle grandi aziende (macchinari da costruzione e finanziari in testa).
Europa negativa
Il dato cinese sull’attività manifatturiera, calata a settembre per l'undicesimo mese consecutivo, ha alimentato il nervosismo, mettendo in rilievo che l’economia della Repubblica Popolare sta accusando una brusca frenata a dispetto delle misure di sostegno varate dal governo. Anche in Europa il quadro non è roseo, con l’indice Pmi che misura l’attività del settore privato, piombato ai minimi da tre anni. Un quadro che ha condizionato la seduta delle Borse europee facendole chiudere in territorio negativo.
Milano è arrivata a perdere oltre il 2%. Alla fine l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,68% e il Ftse Italia All Share -1,57%. Continua lo scivolone delle banche, penalizzate dal rialzo dello spread e dei rendimenti sopra il 5%. Mps e Bper hanno perso il 5%, Bpm e il Banco popolare oltre il 4% e Mediobanca il 3,5%. Realizzi sul comparto auto, in scia al profit warning di Daimler. Fiat ha ceduto il 2,3%, Pirelli il 3,2%. Positive Lottomatica, Autogrill e Impregilo.
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