Alcuni Etf monetari hanno registrato negli ultimi mesi rendimenti negativi. E’ un’amara sorpresa per gli investitori che si aspettano da questi strumenti performance positive, equiparabili ai depositi bancari e ai fondi di liquidità.
Il problema, spiega Jose Garcia-Zarate, Etf analyst di Morningstar, è che questi prodotti replicano un indice del mercato monetario che varia in continuazione a differenza dei fondi che sono gestiti in modo da tenere il più possibile costante il valore della quota (Nav). Prima della crisi finanziaria, la questione non si poneva, poi il deterioramento delle condizioni nell’Eurozona, soprattutto quest’anno, ha determinato delle perdite (al netto dei costi).
In particolare, l’analisi Morningstar ha mostrato che le performance negative si sono registrate tra alcuni Etf che adottano la replica fisica (ossia attraverso titoli) e sono indicizzati a panieri di titoli tedeschi a breve scadenza, come iShares eb.rexx Money market. La ragione è da ricercarsi nei rendimenti negativi di queste emissioni obbligazionarie, che sono state oggetto di un’elevata richiesta da parte degli investitori alla ricerca di porti sicuri. “La situazione potrebbe perdurare”, dice Garcia-Zarate, “a prescindere dagli acquisti di governativi dei paesi periferici da parte della Banca centrale europea (Bce)”.
Tassi troppo bassi
Se si prende in considerazione anche il tasso di inflazione, si nota come i rendimenti reali siano ancora più negativi. Il discorso non vale solo per gli Etf monetari germano-centrici, ma riguarda più in generale i “fisici” dell’Eurozona e trova una spiegazione nei bassissimi tassi di interesse dei titoli di stato considerati sicuri e nelle perdite in conto capitale registrate da quelli periferici.
Non va meglio a chi ha scelto la replica sintetica (molto più popolare in Europa). Gli Etf swap-based hanno normalmente come riferimento l’Eonia, che rappresenta la media ponderata dei tassi overnight (quelli a cui gli istituti di credito si prestano soldi per la durata massima di 24 ore), applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite, concluse sul mercato interbancario. Storicamente esso riflette il tasso ufficiale di rifinanziamento fissato attualmente allo 0,75% dalla Bce, ma il valore preso a riferimento ora è un altro, il tasso di deposito, che è più basso ed è praticamente a zero. Per questa ragione, anche gli Etf sintetici hanno performance deludenti.
“Sono due le lezioni da trarre”, dice l’analista di Morningstar. “La prima è che non bisogna mai dare per scontato che quello che vale per i fondi comuni tradizionali si applica anche agli Etf. La seconda è che per preservare il capitale nell’attuale contesto bisogna guardare fuori dal segmento degli Etf monetari”.
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