La locomotiva americana inizia a sentire il peso di un’economia che non tira come dovrebbe. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 10 ottobre e calcolato in euro) ha perso lo 0,6%, anche se la performance da inizio anno resta positiva per il 16% circa.
Lo scenario congiunturale, del resto, non scatena l’entusiasmo degli operatori che preferiscono restare in attesa. L’attività economica negli Stati Uniti a settembre ha segnato “in generale un’espansione moderata”, con la crescita che “prosegue a passo modesto”, si legge nel Beige Book, il rapporto sulla congiuntura americana che la Federal Reserve pubblica ogni sei settimane e che arriva a poco più di dieci giorni dalla prossima riunione del Fomc (Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Banca centrale Usa) in agenda per il 23 e 24 ottobre. Le spese per consumi “sono rimaste invariate o sono leggermente cresciute”, mentre è proseguito il miglioramento del mercato immobiliare residenziale. Contrastanti, “ma in qualche modo migliorate”, anche le condizioni del settore manifatturiero, mentre “le condizioni dell’occupazione sono cambiate poco”. A preoccupare gli operatori sono anche le notizie in arrivo nella nuova stagione delle trimestrali che si è appena aperta. I sudori freddi sono iniziati con Alcoa, leader mondiale dell’alluminio che ha tagliato le stime sull’andamento della domanda di metallo nei prossimi mesi. Brutti segnali sono arrivati anche da Chevronche ha anticipato come i numeri del terzo trimestre saranno “sostanzialmente più bassi” rispetto a quelli del secondo.
Speranza Qe3
In questo scenario le speranze degli investitori sono state riposte nel piano di stimolo economico lanciato dalla Fed a settembre, il cosiddetto Qe3. Dopo aver lasciato intendere di essere pronta a dare nuove spinte all’economia Usa, senza tuttavia precisare i tempi, l’istituto di politica monetaria è stato costretto ad intervenire da una serie di report negativi arrivati dal fronte dell’occupazione. Il presidente Ben Bernanke ha così annunciato che la banca acquisterà asset legati ai mutui per 40 miliardi di dollari al mese fino al miglioramento della situazione occupazionale. La Fed proseguirà inoltre fino a fine anno l’operazione Twist, cioè l’allungamento della vita media del debito, e continuerà a reinvestire il maturato sui debiti in scadenza. Queste azioni, che insieme aumentano gli asset a lungo termine posseduti di circa 85 miliardi al mese fino a fine 2013, secondo l’istituto centrale dovrebbero esercitare pressione al ribasso sui tassi di interesse di lungo periodo, fornire sostegno al mercato dei mutui e, più in generale, rendere più accomodanti le condizioni dei mercati finanziari.
La speranza, insomma, è che l’operazione abbassi ulteriormente i tassi sui prestiti immobiliari dando in questo modo una spinta al comparto del real estate. La Banca centrale ha anche confermato la politica del costo del denaro “quasi a zero” almeno fino alla metà del 2015.
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