Il mercato dei replicanti diventa sempre più agguerrito. Negli Stati Uniti, la forte concorrenza sta spingendo diversi emittenti ad abbassare le commissioni, il che è una buona notizia. “Tuttavia, la concorrenza dovrebbe riguardare anche altri aspetti, come l’offerta di prodotti e in generale il sistema Etf”, commenta Deborah Fuhr in una nota allegata al report ETFGI Global Industry Insight, una pubblicazione dedicata al mondo degli Exchange traded product (Etp, sigla che racchiude Etf, Etc ed Etn). “Ci saranno cambiamenti nella dimensione relativa di alcuni componenti ed emittenti del mercato e, oltre ai costi, anche il benchmark, la liquidità e il volume di trading resteranno sempre delle considerazioni chiave”.
Il benchmark, soprattutto, resta un elemento fondamentale nel confrontare diversi replicanti all’interno di una stessa asset class. È proprio la costruzione del benchmark che può fare la differenza a livello di rendimenti finali. Secondo i dati di ETFGI, i primi tre emittenti di indici, detengono il 54,5% degli asset glabali: S&P Dow Jones presenta il maggior numero di replicanti (1.028 Etp e il 25,5% del patrimonio), segue poi Msci con 569 Etp e il 19,7% degli asset e Barclays Capital con 178 replicanti e il 9,3% del patrimonio totale.
Mercato concentrato
Nonostante la forte crescita, il mercato globale dei replicanti resta molto competitivo e piuttosto concentrato. I primi tre emittenti detengono il 68,7% del mercato: iShares il 38,3%, Spdr il 18% e Vanguard il 12,4%. I primi tre provider fanno la parte del leone anche per quanto riguarda i volumi di scambio giornalieri, con il 75,2% del volume medio giornaliero di trading nel mese di settembre. In questo caso è Spdr ad avere la quota maggiore con il 42,4%, iShares è secondo con il 28,3%, infine ProShares con il 4,5%.
Gli Stati Uniti continuano ad avere il ruolo dominante con il 70% degli asset mondiali investiti nel mercato americano; segue l’Europa con il 18,8% e l’Asia-Pacifico (Giappone escluso) con il 3,9%.
Nove mesi da record
Secondo il report, i 4.690 Etp quotati nel mondo (su 56 diverse Borse e offerti da 204 emittenti) hanno raccolto globalmente nei primi nove mesi dell’anno 188 miliardi di dollari, un record assoluto se si prende in considerazione il periodo gennaio-settembre degli anni passati. Anche gli asset gestiti hanno raggiunto un livello mai toccato prima a fine settembre, pari a 1,86 mila miliardi di dollari.
Secondo l’analisi, dall’inizio dell’anno al 30 settembre, gli Etp azionari hanno raccolto 111 miliardi di dollari netti, quelli a reddito fisso hanno incassato 50 miliardi e i replicanti dedicati alle materie prime 17 miliardi.
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