Titolo della settimana: General Motors

La ripresa del mercato dell’auto promette di far crescere i margini di profitto di GM che ora vende macchine migliori e ha tagliato sensibilmente i costi del lavoro. 

Francesco Lavecchia 18/10/2012 | 16:42
Facebook Twitter LinkedIn

Titolo: General Motors
Isin: US37045V1008
Settore: Beni di Consumo Ciclici
Borsa: Nyse
Prezzo obiettivo: 48 dollari

 

 

 

Commento:
Negli Usa le vendite di autoveicoli nel mese di settembre hanno superato le aspettative degli analisti e questo ci lascia fiduciosi sulla valutazione del titolo General Motors. La nostra stima del prezzo obiettivo, che è di 48 dollari per azione, si base sull’ipotesi di un’espansione del mercato delle auto in Nord America e gli ultimi dati a disposizione sembrano confermare la tesi. Rispetto allo scorso anno, infatti, le vendite sono cresciute del 12,8%, pari a 1,2 milioni di unità. I nostri analisti sono convinti che in questa regione il mercato automobilistico abbia toccato i suoi minimi durante il periodo tra il 2008 e il 2011 e che nei prossimi anni possa prodursi in una convincente ripresa. Le nostre stime, infatti, indicano che nel 2012 le vendite possano toccare quota 14,5 milioni di veicoli, crescendo negli anni successivi fino a superare quota 16 milioni di unità nel 2016. Volendo fare un confronto tra le case automobilistiche, spiccano i dati delle giapponesi. Toyota e Honda hanno registrato un incremento rispettivamente del 42% e del 31%, ma il loro exploit è giustificato da un livello di partenza (il settembre 2011) molto basso a causa dei danni prodotti dal terremoto. General Motors ha invece segnato un +1,5% (anno su anno) e questo rende la contrazione della sua fetta di mercato, dal 32% di giugno al 25% di settembre, del tutto naturale.

La nuova GM dopo il fallimento
Uno dei motivi che ci fa essere maggiormente fiduciosi sul futuro della casa americana è la sua discontinuità rispetto alla gestione prima del fallimento avvenuto del 2009. Il nuovo management ha tagliato i marchi da otto a quattro nel mercato nord americano. A livello globale, invece, i brand sono stati ridotti a 12, e sono prodotti e commercializzati attraverso i cinque segmenti: GM North America, GM Europe, GM South America, GM International Operation e GM Financial. La qualità media e il design delle autovetture, invece, sono sensibilmente aumentati e ora i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più alto. Questo, insieme alla riduzione del costo del lavoro in seguito alla nascita della VEBA (Voluntary employees’ beneficiary association, una forma associativa promossa dal sindacato americano per la gestione dei costi relativi all’assicurazione sanitaria dei lavoratori di General Motors) che garantisce alla società americana un risparmio di circa tre miliardi di dollari all’anno, permetterà un significativo aumento dei margini di profitto non appena le vendite torneranno a risalire. GM è ormai una società globale: vende fuori dai confini nazionali circa il 70% dei suoi veicoli ed è uno dei maggiori player su i mercati emergenti come la Cina e il Brasile. In base a queste considerazioni, riteniamo GM una delle migliori idee di investimento nel comparto auto e assegniamo alla casa americana il rating massimo di cinque stelle, ovvero una raccomandazione di acquisto.  

 

Per consultare l'analisi completa del titolo General Motors clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures