Nel 2010 si è giocata la prima e unica edizione di un mondiale Fifa organizzato in Africa. A ospitarlo è stato il paese più importante, ovvero il Sud Africa. L’ex colonia olandese (per uno strano scherzo del destino gli Orange hanno perso la loro terza finale mondiale, contro la Spagna, proprio in quella che una volta era considerata una terra di loro proprietà) ha speso tra i 2,5 e i 3 miliardi di sterline britanniche in infrastrutture, accelerando notevolmente l’ammodernamento del paese. Infatti, anche se i Bafana-bafana (soprannome della squadra locale, che significa “i ragazzi”) si sono fermati alla fase a gironi, l’evento ha aiutato ad accendere i riflettori sull’economia, ritornata d’interesse per gli investitori che guardano ai mercati emergenti.
Non solo infrastrutture
Nonostante i mondiali abbiano spinto il settore delle infrastrutture (sei nuovi stadi costruiti e altri cinque ammodernati, 1,8 miliardi di sterline spese per migliorare gli aeroporti, 8,5 miliardi per le strade e 1,6 miliardi per le tratte ferroviarie, oltre ai 30 hotel nuovi di zecca aperti solo a Johannesburg), è possibile trovare valore in molte aziende che competono sul mercato globale.
“La storia politica del Sud Africa e l’effettivo isolamento del paese durante il regime dell’apartheid hanno fatto emergere delle aziende nazionali decisamente affermate e concentrate sul proprio business”, spiega Matthew Vaight, gestore del fondo M&G Global Emerging Markets, in una nota. “Molte di queste società sembrano essere più mature e sofisticate rispetto alle aziende concorrenti di altri mercati emergenti. Infatti, anche nel caso in cui una società goda di una posizione di mercato dominante, spesso troviamo management orientati al costante miglioramento, una filosofia di gestione allineata al nostro concetto di creazione di valore per l’azionista”.
“Secondo la mia esperienza, i team manageriali in Sud Africa sono tra i migliori al mondo e non solo tra i mercati emergenti. Attraverso i propri modelli di business ormai maturi, queste aziende vantano strategie vincenti nel conquistare la base clienti in continua espansione in Africa”, prosegue il gestore. “Un esempio èImperial Holdings. La società è un gruppo diversificato i cui interessi principali sono nel settore della logistica, autonoleggio e nei servizi finanziari. Imperial Holdings ha recentemente attraversato un’importante riorganizzazione per rifocalizzarsi su queste principali aree di attività. Oggi la società è leader di mercato nel settore automotive e della logistica in Sud Africa, e credo che si avvantaggerà dalla concentrazione sui prodotti che possono dare un flusso di rendimenti interessante”.
L’economia
Il Sud Africa è la nazione più sviluppata del Continente nero. Nonostante sia ancora considerato un paese emergente, può contare su un mercato finanziaro piuttosto moderno e su abbondanti risorse naturali. La maggioranza delle più grandi società sudafricane lavorano nel settore dell’estrazione mineraria, che pesa per il 18% sul Prodotto interno lordo. Il Sud Africa è infatti il più grande produttore di oro, platino e cromo a livello mondiale e si piazza al secondo posto per il palladio. Ad oggi, le sfide più grandi riguardano l’alto tasso di disoccupazione, la diffusa povertà e l’alta percentuale di persone infette dal virus dell’Hiv.
Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, la crescita del Pil sud africano è prevista del 2,7% nel il 2012 e del 3,4% nel 2013.
Il Sud Africa in portafoglio
In Italia sono disponibili sette fondi comuni appartenenti alla categoria Morningstar Azionari Africa, in cui le azioni sud africane hanno il peso maggiore in portafoglio. Si va dal 21% del fondo Silk African Lions al 56% del JPM Africa Equity.
Per chi invece cercasse un’esposizione pura verso il mercato sud africano, esistono due indici da replicare: l’Msci South Africa e il Ftse/Jse Top 40. La differenza principale tra i due risiede nel fatto che il secondo è decisamente più sbilanciato verso il settore dei materiali di base.
Su Piazza Affari sono quotati due Exchange traded fund dedicati alla Borsa di Johannesburg, uno per indice: Cs Etf (Ie) On Msci South Africa (+7,6% da inizio anno; dati in euro al primo novembre) e Lyxor Etf South Africa Ftse Jsetop40 (+11,3% nelle stesso periodo).
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