La crisi non è per tutti

Secondo un sondaggio di Zurich, il contesto economico-finanziario e i problemi familiari non fanno dormire i popoli mediterranei. Ma nel nord Europa, la situazione è diversa.

Valerio Baselli 06/12/2012 | 15:04
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Paese che vai, preoccupazione che trovi. Da una recente indagine realizzata in otto paesi europei da Zurich, in collaborazione con Gfk Eurisko, emergono interessanti differenze sulle preoccupazioni dei risparmiatori.

Il sondaggio
L’indagine ha coinvolto, oltre l’Italia, anche l’Austria, la Germania, il Portogallo, la Russia, la Spagna, la Svizzera e il Regno Unito. Gli intervistati, 4.500 in tutto di età superiore ai 14 anni, hanno risposto a cinque domande: cosa vi tiene svegli la notte; qual è secondo voi il vostro maggiore rischio; quale prodotto assicurativo ritenete più importante; che cosa assicurereste se vi fosse possibile e cosa vi fa sentire più al sicuro.

Primo pensiero, i figli
I risultati forniscono un quadro della realtà europea, in un contesto caratterizzato ovunque da difficoltà e timori. Tutti sono d’accordo nell’indicare le preoccupazioni per i figli e la famiglia al primo posto tra i pensieri che tolgono il sonno. Ma scavando più a fondo si scoprono importanti differenze.

Ad esempio, si scopre che il 40% degli italiani ha indicato la crisi economica come causa d’insonnia (seconda solo ai problemi familiari), percentuale che sale al 64% in Spagna e al 50% in Portogallo. Al contrario, in Svizzera, Austria, Germania, Regno Unito e Russia solo una minima parte degli intervistati si dicono preoccupati in questo senso (si va dal 15% degli austriaci al 2% dei russi). Gli intervistati nordici, infatti, subiscono maggiormente la pressione sul lavoro.

Per quanto riguarda i prodotti assicurativi, quasi sette italiani su dieci (66%), dovendo scegliere tra le tre tipologie di polizze più importanti mettono al primo posto l’assicurazione sulla vita, seguita dall’assicurazione contro gli infortuni (53%) e l’Rc auto (45%). Della stessa opinione i portoghesi, gli spagnoli e i russi (rispettivamente 76%, 70% e 63%), a differenza degli svizzeri e dei tedeschi che mettono invece al primo posto la copertura per la responsabilità civile. Agli ultimi posti nel Belpaese l’assicurazione extraprofessionale (4%), per i viaggi (5%) e quella per la tutela legale (8%).

In un mondo ideale in cui fosse possibile assicurare qualunque cosa, tutti gli europei coinvolti, senza eccezioni, metterebbero al primo posto l’assicurazione sulla salute, per se stessi e per la propria famiglia. In Italia, al secondo posto viene menzionata la sicurezza economica (58%), seguita dalla garanzia del posto di lavoro (47%). Dello stesso parere, anche i paesi del bacino mediterraneo e la Russia, mentre i paesi di lingua tedesca, potendo, assicurerebbero anche la pace.

Tra il dire e il fare...
“Dalla ricerca emergono  dati interessanti che riflettono però una certa dicotomia della realtà del nostro paese”, commenta in una nota Dario Moltrasio, responsabile della distribuzione retail di Zurich Global Life in Italia. “Se da una parte, infatti, gli italiani dicono di prediligere i prodotti vita e di essere preoccupati per il futuro dei propri figli e della propria famiglia, dall’altro i prodotti che assicurano tali generi di necessità non sono poi così realmente diffusi in Italia. Ciò che colpisce in tal senso è ad esempio il numero di polizze Temporanee caso morte (coprono il rischio nel caso l’assicurato venga a mancare in seguito a infortunio o malattia, Ndr) vendute in Italia, che risulta particolarmente limitato rispetto al totale della popolazione”.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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