L’industria europea degli Etp (Exchange traded product, acronimo che comprende tutte le tipologie di replicanti) si avvia a chiudere il 2012 con un bilancio in attivo. Secondo i dati di Etfgi, il patrimonio è passato dai 300 miliardi di dollari del 2011 a 359 (a fine novembre 2012). Il numero di prodotti, invece, è salito da 1.795 a 1.934.
La raccolta è fisica
Nel complesso i flussi netti sono stati pari a 27,2 miliardi, quasi come l’intero 2011. Ma non tutti gli emittenti ne hanno beneficiato in ugual modo. La raccolta, infatti, ha premiato gli Etf a replica fisica (ossia con titoli) rispetto a quelli sintetici (con derivati). In base ai dati di Deutsche Bank (al 16 novembre), Lyxor e db x-trackers, i principali provider di Etf sintetici in Europa, hanno registrato rispettivamente fuoriuscite nette per 168 e 397 milioni di euro. Per contro, iShares, che domina il segmento “fisico”, ha avuto afflussi per 10,8 miliardi, aggiudicandosi circa il 68% della nuova liquidità investita nei replicanti europei.
Di fronte al cambiamento delle preferenze degli investitori, la risposta di Lyxor e db x-trackers è stata pronta. Entrambi hanno deciso di entrare nell’arena degli Etf fisici. I francesi hanno cominciato con la conversione di alcuni strumenti obbligazionari indicizzati all’EuroMts, mentre i tedeschi hanno scelto di offrire ai sottoscrittori la scelta tra le due metodologie su alcuni prodotti azionari specializzati sui mercati americano, giapponese, inglese e tedesco.
Sempre più ribassi
Un altro trend che ha caratterizzato il 2012 è stato quello della corsa ai ribassi commissionali. La “guerra dei prezzi”, come è stata definita, è tuttora combattuta su entrambe le sponde dell’oceano. Capofila è stato il gigante americano dei fondi passivi, Vanguard, ma successivamente sono scesi in campo altri attori, primi fra tutti iShares e Lyxor, a cui si è recentemente aggiunto Invesco PowerShares.
Non si sono, invece, visti i numeri dell’anno scorso nel lancio di nuovi prodotti. Da inizio anno (a fine novembre), in Europa, hanno debuttato 170 Etf contro il 363 del 2011. Nella maggior parte dei casi, si è trattato di strumenti indicizzati ai mercati obbligazionari emergenti e corporate, entrambi molto popolari tra gli investitori. Nel corso dell’anno, Piazza affari ha raggiunto gli 800 replicanti quotati e si è confermata il primo circuito elettronico europeo per contratti negoziati.
Bond, che passione
In termini di asset class, il 2012 ha visto un cambio nelle preferenze degli investitori, con flussi netti che si sono impennati per gli Etf obbligazionari e più che dimezzati per gli azionari. Sono aumentati anche i capitali allocati in Etp sulle materie prime, in particolare i metalli preziosi. Secondo le statistiche Morningstar (a fine novembre), a livello europeo il più acquistato (in termini di flussi netti stimati) è stato l’Etc Source physical gold e al terzo posto si è classificato un altro replicante sull’oro fisico, l’Etfs physical gold. Al secondo, invece, si è posizionato iShares global corporate bond, specializzato sulle obbligazioni societarie.
Vinti e vincitori
Nel corso del 2012, l’industria degli Etf ha dimostrato di sapersi muovere più velocemente della normativa. Le linee guida dell’Esma, l’autorità europea di vigilanza sui mercati, per aumentare la trasparenza e la tutela degli investitori, pubblicate a luglio, hanno in gran parte dato una veste regolamentare a decisioni che molti emittenti avevano già preso. Inoltre, sebbene la crescita sia rallentata recentemente, esistono alcuni fattori che potrebbero guidare lo sviluppo futuro. Per Scott Burn, direttore delle fund analysis di Morningstar, il nuovo modello di consulenza, non più basato sulle retrocessioni, darà una spinta, come già accaduto negli Stati Uniti nel 2004. Il 2013, però, potrebbe essere anche un anno di consolidamento, in un contesto sempre più competitivo.
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