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Europa a rischio cancrena

La recessione della regione è peggiorata dal rallentamento di Francia e Germania. Una situazione che potrebbe protrarsi nel 2013 complicando ancora di più lo scenario generale. 

Marco Caprotti 20/12/2012 | 00:07
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L’infezione del debito europeo sta diventando cancrena. La prognosi si ricava dagli ultimi dati macroeconomici della regione secondo cui la recessione si sta spostando dai paesi periferici di Eurolandia e ha iniziato ad attaccare stati cosiddetti core come Germania e Francia. La Banca centrale europea ha da poco ricalcolato i dati sull’andamento del Pil (Prodotto interno lordo) della regione nel 2013 portandolo da +0,5% (previsto a settembre) a -0,3%.

“La revisione al ribasso è dovuta principalmente all’indebolimento di Germania e Francia che, insieme, formano circa la metà dell’intero Pil (Prodotto interno lordo) dell’Eurozona”, spiega Dave Sekera, analista di Morningstar. Il caso più preoccupante è quello della Germania che, fino a qualche giorno fa era considerata la locomotiva che poteva trainare anche gli altri paesi della regione. Berlino ha invece tagliato le stime sulla crescita economica del 2012 portandole da +1% a +0,7%, a seguito anche di una contrazione dello 0,3% nel quarto trimestre. Il lavoro di lima è stato più pesante per quanto riguarda il 2013. Dal +1,6% elaborato a luglio si è passati a +0,4% (un tasso che comprende la possibile contrazione dell’economia nei primi tre mesi dell’anno prossimo.

La conferma sullo stato di debolezza dei due paesi arriva anche da altri elementi. Il dato generale sulla produzione industriale nell’area euro ad ottobre, ad esempio, ha fatto segnare un calo mensile dell’1,4%, dopo il -2,3% di settembre; il dato annuale è passato così a -3,6%, da -2,8%. Anche in questo caso buona parte della variazione negativa è attribuibile alla Germania (-2,3% mese su mese), supportata in questa dinamica dai cali, comunque di minore entità, di Italia e Francia. “Il comparto manifatturiero continuerà probabilmente su questo sentiero di debolezza nei prossimi mesi, come evidenziato anche dagli indici Pmi (Purchasing manager index, l’indice dei direttori d’acquisti delle aziende) di dicembre”, spiega una nota di Banca Intermobiliare.

Conti da rifare
“Germania e Francia sono state più forti del previsto a causa di fattori tecnici, ma questi non si ripeteranno nell’ultimo trimestre 2012”, spiega un report di Stuart Thomson, co-gestore del fondo Ignis absolute return government bond. “Il Pil tedesco è cresciuto dello 0,2%, guidato da un rimbalzo delle esportazioni dopo il crollo del commercio mondiale all’inizio dell’estate e aiutato da un miglioramento dei consumi. Tuttavia, il tasso di disoccupazione ha iniziato a salire e c’è stato un forte ribasso della produzione, degli ordini e della fiducia delle imprese nel mese di settembre e ottobre suggerendo una contrazione della crescita nel quarto trimestre di circa lo 0,4%”.

Per quanto riguarda la Francia, nel terzo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,2% in termini reali, aiutato sia da una ripresa dei consumi e della spesa pubblica, sia delle esportazioni nette. “La congiuntura francese ha una chiara tendenza ad essere troppo ottimista in un primo tempo, per poi cambiare umore quando nessuno guarda”, continua Thomson. “Ancora più importante, le misure di austerità espresse nel bilancio 2013 indicano che l’aumento dello 0,4% della spesa pubblica subirà un’inversione e il temporaneo miglioramento rischia di essere compresso dal calo della fiducia. La crescita del Pil – migliore delle previsioni - ha subito risentito del declassamento del rating sovrano da AAA ad AA+ da parte di Moody’s. Consideriamo la Francia come un vecchio treno che va piano e siamo pienamente d’accordo con l’Fmi e l’Ocse, quando criticano la lentezza delle riforme nel paese. Ci aspettiamo quindi che il Pil subisca una contrazione dello 0,8% nel corso del 2013. Questo potrebbe annullare qualsiasi effetto positivo della riduzione del disavanzo per il prossimo anno e, di conseguenza, richiedere ulteriore austerità per il 2014. Si potrebbe, quindi, prospettare un altro downgrade durante la seconda metà dell’anno prossimo”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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